Eco costruzioni

Le eco costruzioni sono i fabbricati che maggiormente rispettano l’ambiente nelle tre fasi principali della loro vita, ovvero:

  1. L’estrazione delle materie prime, la trasformazione e la costruzione.
  2. La vita operativa dell’edificio, quindi il funzionamento degli impianti e la manutenzione.
  3. La dismissione e il riutilizzo dei materiali o la dimora in discarica.

Al vertice della lista sul rispetto dell’ambiente si colloca sicuramente la casa passiva.

La prima difficoltà per realizzare una casa passiva è dovuta al pregiudizio culturale e politico. Siamo da anni immersi in una quotidianità fatta di sprechi a cui siamo ormai abituati.

Per riconvertire l’atto di sprecare e di costruire male, si deve fare una presa di consapevolezza che pone come obiettivo primario la qualità del costruito in termini energetici e di maggior comfort abitativo. Per fare questo è importante che ogni attore coinvolto, sia egli progettista, costruttore, impiantista o abitante, diventi il tramite di questa qualità.

I problemi

Molti fabbricati ad uso civile abitazione, anche di recente costruzione, hanno seri problemi di umidità che ne pregiudicano la vivibilità e la salubrità dei locali ma hanno comunque un prezzo di mercato altissimo.

Questo è dovuto al fatto che gli elementi presi in considerazione nella valutazione di una casa sono: il luogo in cui è ubicata, la presenza di infrastrutture nelle vicinanze, la metratura e non ultimo il tipo di finitura intesa molto spesso solo come bellezza dei rivestimenti.

Risultato: si acquistano molto care le abitazioni senza mai acquisire la vera qualità di un immobile.

Pochi ricorrono alle vie legali per denunciare il costruttore di una casa dove si sono manifestati problemi di muffe o infiltrazioni, ma molti potrebbero farlo avendo ben pagato il diritto di abitare un edificio salubre in cui passano generalmente la maggior parte del loro tempo.

La qualità

La qualità, quella vera, va certamente pretesa e anche ben pagata per avere la garanzia dei risultati attesi.

Spesso però pensiamo di non potercela permettere e di dover solo risparmiare. Così facendo, però, tralasciamo il fatto che i soldi se ne andranno comunque dilazionati in bollette, in medicine e in manutenzione ordinaria continuativa, per anni.

Non solo, ma in parte paghiamo già per ottenere una qualità che nessuno ci garantisce e in fondo viviamo una falsa interpretazione del rapporto qualità/prezzo, non focalizzando quelli che sono i veri componenti da ricercare nella qualità.

Parlando della metodologia costruttiva innovativa della casa passiva, si rimane stupiti dal fatto che la sua qualità parte proprio dalla giusta orchestrazione di quegli elementi costruttivi e di quei materiali di cui bisognerebbe tenere conto in una normale costruzione e che non fanno altro che ottimizzare le prestazioni in termini energetici.

La via che porta ad un nuovo concetto di qualità abitativa

Per conseguire un nuovo concetto di qualità abitativa, si rende necessaria una revisione dei termini.

La qualità è quella caratteristica intrinseca di un bene che ne determina il valore stesso. Noi oggi dovremmo cercare una qualità che non è un surplus ma che è già insita nel rapporto qualità/prezzo.

Ottimizzare i processi di pianificazione, realizzazione, installazione e gestione dell’organismo edilizio per ottenere la qualità, diventa fondamentale e una stimolo in questa direzione ci viene dalla Direttiva Parlamento Europeo e Consiglio UE 2010/31/UE integrato dal Regolamento delegato (UE) n 244/2012 sul rendimento energetico nell’edilizia.

L’Italia, e gli altri Stati membri, si sono adeguati al recepimento nazionale emanando vari decreti, tra cui l’ultimo, Decreto 63/2013, convertito dalla legge 90/2013 (modifica il decreto legislativo 192/2005 ed introduzione di una serie di novità sulle prestazioni energetiche degli edifici ed introduce l’APE – Attestato di Prestazione Energetica – in sostituzione dell’ACE – Attestato di Certificazione Energetica).

Per “rendimento energetico di un edificio” s’intende “la quantità d’energia effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni connessi ad un uso standard dell’edificio. Sono compresi, tra gli altri, il riscaldamento, il riscaldamento dell’acqua sanitaria, il raffrescamento, la ventilazione e l’illuminazione”.

Nel calcolo di rendimento energetico vanno considerati elementi quali: la coibentazione, le caratteristiche tecniche e d’installazione, la progettazione e la posizione in relazione agli aspetti climatici. E ancora: l’esposizione al sole e l’influenza delle strutture adiacenti, l’esistenza di sistemi di generazione propria d’energia, nonché il clima stesso degli ambienti interni.

L’obiettivo è ovviamente quello di promuovere il miglioramento del rendimento energetico degli edifici e quindi la qualità effettiva di una costruzione, attraverso l’utilizzo di materiali ed impianti adeguati ed efficienti.

La casa passiva

La casa passiva si fonda su alcuni principi base, che sono:

1. Minimizzare i guadagni di calore esterni ed interni.

Per minimizzare s’intende fare in modo che il sole scaldi il meno possibile sia le parti esterne del fabbrica che quello interne. In questo modo non è necessario dover usare tanta energia per raffrescare.

2. Modulare e sfasare nell’arco della giornata i guadagni di calore.

Per modulare e sfasare s’intende adottare sistemi e tecniche che permettano di assorbire calore durante la presenza del sole e poi restituirlo agli ambiente quando il sole non c’è. Per l’estate, invece, fare in modo che il fresco della notte venga accumulato da vari componenti della casa e poi restituito sempre negli ambienti di giorno quando di fresco ve n’è più bisogno.

3. Rimuovere il calore.

Si rimuove il calore dagli ambienti tramite la ventilazione.

4. Benessere Termoigrometrico.

Per benessere termoigrometrico viene inteso quella condizione equilibrata tra temperatura e umidità. Poiché l’eccesso di quest’ultima altera la percezione del calore, regolare la quantità di umidità presente nei locali è molto importante per sentire la giusta temperatura.

5. Gli inquinanti ambientali.

Tra gli inquinanti ambientali troviamo come componente principale l’anidride carbonica, che se presente oltre una certa soglia abbassa il benessere abitativo. Nelle case passive, anche questo aspetto viene gestito dagli impianti presenti.

6. Gli indici di comfort termico.

  • Adattamento comportamentale, quelle azioni che le persone fanno per sentirsi meglio a proprio agio nell’ambiente.
  • Adattamento fisiologico, cioè il corpo umano mette in atto dei accorgimenti per adattarsi all’ambiente.
  • Adattamento psicologico, legato al fatto che le esperienze pregresse e le aspettative modificano la percezione degli stimoli sensoriali e la reazione ad essi.

7. Gli impianti tecnologici.

  • Pompa di calore; si tratta di una specie di caldaia che scalda e raffredda l’acqua con l’uso della sola energia elettrica ed ha il più alto coefficiente energetico.
  • Fotovoltaico; pannelli che trasformano la luce del sole in energia elettrica.
  • Ventilazione Meccanica Controllata; si tratta di una macchina che attraverso tubazioni inserite nei muri e solai è in grado di ricambiare l’aria interna ai locali recuperando oltre l’85% del calore presente.
  • Accumulatore di energia; sono delle batterie che incamerano e poi restituiscono l’energia elettrica.
  • Domotica; è la parte elettronica ed elettrica della casa in grado di operare, attraverso un piccolo computer, controlli, azionamenti, gestione e archiviazione di tutti i dati che raccoglie attraverso i propri sensori.